D. Papacella: Il Borgo di Poschiavo

Cover
Titel
Il Borgo di Poschiavo. Un paese si reinventa: storia, società e architettura tra Ottocento e Novecento.


Herausgeber
Papacella, Daniele
Erschienen
Poschiavo 2009: Società Storica del Val Poschiavo
Anzahl Seiten
314 S.
Preis
URL
Rezensiert für infoclio.ch und H-Soz-Kult von:
Nando Iseppi

La Corporazione del Borgo di Poschiavo ha voluto ricordare il lungo impegno (1834-2006) a favore della comunità offrendo un volume che ripercorresse la storia di Poschiavo negli ultimi due secoli sotto l’aspetto politico, sociale e architettonico. A realizzare questo progetto è stata invitata la Società Storica val Poschiavo che ha cosí colto l’occasione per aggiungere un quinto e importante anello alla Collana di storia poschiavina. va subito detto che questa storia del Borgo, nonostante i diversi approcci e le tante mani (dieci sono gli autori), trova una sua organicità nel rigore e nel costante invito alla riflessione, al confronto con la storia delle regioni alpine.

I tre temi dichiarati nel titolo «storia, società e architettura» sono stati sviluppati attorno a momenti ben precisi, privilegiando, con poche eccezioni, l’Ottocento. Ciò si spiega forse con il fatto che gli storici (e i nostri non fanno eccezione) in generale subiscono le pene dantesche per cui i dannati vedono solo le cose lontane e a ‘mala luce’ quelle vicine. Non credo che gli autori abbiano avuto la pretesa di esaurire gli argomenti trattati e ancor meno di far conoscere la storia contemporanea di Poschiavo una volta per sempre. Per contro si percepisce la volontà di inserirla in un contesto piú ampio, in un rapporto di interdipendenza fra la valle e i territori limitrofi e di intenderla cosí come storia di una parte di un tutto o meglio come miniatura della Nazione. i capitoli proposti si fanno dinamici e comprensibili proprio perché disegnano il passato di una comunità inserendola in una trama che porta al di qua e al di là dell’arco alpino e del confine politico, considerando i diversi gruppi sociali nelle loro attività e aspetti che la storiografia tradizionale aveva in parte trascurato.

Dopo queste prime note sull’insieme dell’opera, è opportuno vedere, anche se molto succintamente, i contenuti di alcuni dei capitoli, relativi alla Corporazione stessa, ai mutamenti socioeconomici e alla trasformazione urbanistica del Borgo.

Marco Marcacci, nel suo contributo La Svizzera in miniatura, (pp. 21-76) fa dapprima una considerazione generale sul Borgo, che a metà Ottocento, proprio per le sue peculiarità politiche (lo scontro tra conservatori e liberali, tradizionalisti e progressisti, centro e periferia), religiose (il dualismo confessionale tra cattolici e protestanti), socio-economiche (la società contadina opposta a quella borghese, l’attività edilizia, l’avvento dell’industria, le nuove vie di comunicazione strada e ferrovia), riflette bene nel microcosmo valligiano gli sviluppi dello Stato nazionale.

Segue una panoramica demografica che, accanto ai dati su popolazione, confessione, lingua ecc., in cui si spiegano i motivi dell’evoluzione e si ricorda per es. come nel 1850 Poschiavo con i suoi 2888 abitanti era, subito dopo Coira, il Comune piú popoloso dei Grigioni. Di particolare interesse è la storia della Corporazione, un’istituzione nata dopo l’alluvione del 1834 con compiti e statuto tanto singolari (fra l’altro si prevedeva un voto per estimo come nelle società per azioni: 27 votanti che vantano un valore immobiliare di 185.490 fr. si impongono su 39 con soli 46.830 fr.) da costituire quasi un governo parallelo, che svolgeva mansioni di diverso carattere economico e urbanistico.

Il curatore dell’opera, Daniele Papacella, nel capitolo La trasformazione economica (pp. 79-101) traccia un profilo economico del Borgo documentando come il sistema, fino a inizio Ottocento ancora poggiante sui pilastri dell’agricoltura, dei traffici tra nord e sud e dell’emigrazione verso il veneto e la lombardia, si sia via via adeguato alle nuove circostanze politiche e sociali: se nel 1910 il 58% della popolazione era occupato nel primario, il 23% nel secondario e il 19% nel terziario, i termini si rovesciano nel 2005 per fissarsi rispettivamente al 15%, 25% e 60%. Ad illustrare i cambiamenti delle attività economiche si ripercorre con dovizia di particolari la storia di piccole imprese (fabbrica tabacchi, segherie, trasporti, banche, cave) che a loro volta sono la storia delle famiglie importanti.

Francesca Nussio nella sua indagine sull’emigrazione Da Poschiavo al mondo, dal mondo a Poschiavo (pp. 105-133) affronta in special modo il fenomeno migratorio dei caffettieri, pasticceri e liquoristi che abbandonano il Borgo o che vi rientrano nel corso dell’Ottocento o nei primi decenni del Novecento. A testimonianza di questo importante aspetto socio-economico (basti pensare che nel 1850 sui 3888 residenti in valle 615 erano all’estero, 380 cattolici e 235 riformati), restano le case signorili erette o riattate nel Borgo nella seconda metà del secolo. in chiusura, dopo un’attenta ricostruzione dei legami di parentela e convincenti informazioni sul funzionamento dei negozi come sull’impatto con la realtà valligiana al momento del rientro, l’autore si sofferma sull’emigrazione stagionale (e meno fortunata), soprattutto di parte cattolica, verso il Nord italia e piú tardi quella verso l’Australia e le Americhe.

Nel corposo capitolo di Franco Monteforte L’invenzione del Borgo (pp.177-253), uno studio dell’urbanistica e dell’architettura dal 1850 al 1930, si presenta dapprima la nuova società poschiavina, l’importanza delle nuove arginature dell’ingegnere Riccardo la Nicca e della costruzione della carrozzabile sul passo del Bernina, per poi occuparsi della sistemazione della Piazza (1850). la realizzazione dei quartieri (Cortini, Spoltrio, Clalt), dei diversi palazzi e alberghi del Borgo, dell’Ospedale S. Sisto, come il restauro delle due chiese, sono studiati nel loro contesto urbanistico e soprattutto alla luce delle intenzioni degli architetti Sottovia e Hartmann. l’autore conclude dicendo che il «Borgo – in meno di un secolo – era stato completamente reinventato, senza modificare il nucleo del suo originario impianto urbanistico, ma adattandolo… secondo un’idea pianificatoria di straordinaria modernità, elaborata da Tommaso lardelli».

L’intervento di Ennio Zala sul rapporto tra il cattolicesimo poschiavino e lo spirito liberale a metà Ottocento (pp. 151-167) ripercorre un confronto sociale, religioso, politico e di mentalità che esemplifica per molti versi il conflitto nazionale scoppiato alla vigilia del 1848. Segnaliamo inoltre il contributo di Silva Semadeni sull’architetto Giovanni Sottovia (pp. 263-268): una lunga e attenta ricerca ha permesso di tracciare un suo profilo biografico e di documentare per la prima volta i suoi lavori architettonici realizzati a Poschiavo, in Engadina, in Bregaglia e a Bormio.

Anche se l’opera è stata allestita con materiali di varia provenienza e da diversi autori, risulta di agevole lettura sia per la forma accurata che per la qualità degli argomenti trattati, accompagnati da un’eccezionale proposta fotografica e da una vasta bibliografia rigorosamente citata. il volume oltre a delineare attentamente tratti originali del Borgo nell’età contemporanea costituisce un valido strumento per ulteriori studi.

Citation:
Nando Iseppi: Rezension zu: Daniele Papacella, Il Borgo di Poschiavo. Un paese si reinventa: storia, società e architettura tra Ottocento e Novecento, Poschiavo, Società Storica del Val Poschiavo, 2009. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, Nr. 147, 2010, S. 163-164.

Redaktion
Veröffentlicht am
17.10.2011
Autor(en)
Beiträger
Redaktionell betreut durch
Kooperation
Die Rezension ist hervorgegangen aus der Kooperation mit infoclio.ch (Redaktionelle Betreuung: Eliane Kurmann und Philippe Rogger). http://www.infoclio.ch/
Weitere Informationen
Klassifikation
Region(en)
Mehr zum Buch
Inhalte und Rezensionen
Verfügbarkeit